Lettura: “Si narra che un etologo prese delle pulci e le chiuse in una scatola di vetro, per osservarne il comportamento. Le pulci cominciarono a saltare per muoversi e uscire dal contenitore ma, saltando, sbattevano la testa al coperchio. Salta oggi, salta domani, sbatti la testa oggi, sbatti la testa domani, le pulci smisero di saltare. Fu a quel punto che lo scienziato rimosse il coperchio e attese la reazione. Le pulci non fecero più nessun salto e morirono nella scatola aperta. Questo aneddoto scientifico insegna che: quando, per una qualche ragione, cambiano le condizioni esterne e vengono meno gli ostacoli che ci impediscono il successo di un’azione, spesso non si ha più il coraggio di riprovarci perché la serie di fallimenti registrati e le relative sofferenze patite, ci hanno fatto perdere l’entusiasmo e siamo portati a rinunciare al raggiungimento dell’obiettivo prefissato. E’una metafora che ben si adatta alla psicologia umana. Noi siamo stati per anni come le pulci nella scatola chiusa e, una volta aperta, abbiamo continuato a morire lentamente. Ora, credo che sia giunto per noi meridionali il momento di riprovare a saltare, cioè di azzerare tutto e ricominciare da capo, puntando sulle potenzialità dei nostri territori. Dobbiamo iniziare a pensare positivo e tirare fuori tutto quello che di buono c’è da noi, al Sud. Se pensiamo bene, ci troviamo all’interno di quella che è stata definita la terza rivoluzione industriale, che vede protagonisti nuove fonti di approvvigionamento energetico rinnovabili ( energia eolica e solare-fotovoltaica, ricavabili dal vento e dal sole, di cui il Mezzogiorno è ricco e generoso) e nuove tecnologie riguardanti la comunicazione, quale quelle digitali. E’necessario puntare sullo “sviluppo sostenibile” con le risorse economiche e umane che abbiamo a disposizione. Potenziare i servizi alla persona, migliorare ospedali e reparti; incentivare il Turismo del mare e della montagna; il mondo delle imprese presenti sul territorio; valorizzare l’agricoltura e i suoi prodotti; puntare sul settore gastronomico. Essere “politico nuovo” e “amministratore locale” nuovo al Sud significa battersi per lo sviluppo e la crescita sociale, perché creare posti di lavoro significa portare benessere sul territorio. E’necessario affrontare il problema degli immigrati, non in termini di sfruttamento, ma di ricchezza sociale, perché i loro usi e costumi vanno ad integrarsi con la nostra cultura. Dunque, la Calabria vista come terra di accoglienza ed integrazione sociale. E’del 2008 il progetto “Unione per il Mediterraneo”, che vede la creazione di un’area di libero scambio economico e sociale tra l’Europa e le regioni del Sud del mondo, in particolare l’Italia e le regioni del Sud, le quali per la posizione geografica avranno funzioni di collegamento tra Europa e questi Paesi. Ed è dunque per la posizione geografica di estremità, che il Mezzogiorno viene visto, da Francesco, come un metaforico capolinea , in cui un modello di sviluppo termina la sua corsa e un altro parte in senso contrario. Ci avvaliamo dei Finanziamenti strutturali europei e dei finanziamenti del Governo centrale, i cosiddetti fondi FAS ( Fondi per aree sottosviluppate), destinati a Calabria, Sicilia, Sardegna, Campania, Puglia e Basilicata. La cosa grave però è che i fondi europei arrivano e sono tanti soldi e ritornano indietro, perché in Calabria non c’è progettualità; mentre i fondi del governo arrivano e vanno nelle mani della mafia. Ora riflettiamo su una cosa: quanti terreni e immobili vengono confiscati alla mafia qui da noi? Tanti. Allora penso a quante cooperative sociali potrebbero utilizzarli per svolgere attività di qualsiasi genere; quanti progetti potrebbero essere realizzati….. ..Centrale è il ruolo delle donne al Sud, impegnate in molti ambiti di attività umana ( scuola, sanità, imprese, pubbliche amministrazioni, giornali, partiti). Rilevante e nota positiva al Sud è l’emancipazione culturale, l’elevato capitale umano rappresentato dai numerosi giovani laureati. Inoltre, in un momento di crisi economica e sociale e di indebolimento dei principali istituti socio-educativi( famiglia, scuola, partito), l’agire insieme e per finalità comune prende corpo e diventa l’anima dell’aggregazione sociale: associazioni sportive, culturali, politiche, religiose. Le Amministrazioni locali hanno il dovere di sostenere le varie forme di cittadinanza attiva, affinchè le persone possano esprimere la loro personalità, capaci di fare cose buone e colmare vuoti istituzionali….
Mi ha colpito l’incontro di Francesco con il prof. Carlo Trigilia, ministro alla coesione territoriale.
Francesco dice: “Come fa la gente al Sud a ribellarsi al potere clientelare e mafioso, se vive in una situazione di bisogno?”. E’allarmante, infatti, il dato statistico……il 6,7% delle famiglie meridionali è povera e non è in grado di acquistare bene i servizi per sopravvivere. Dunque, chi è ricco, si cura, chi è povero muore…… Parliamo ancora di stratificazione sociale nel 2014? Dove è finito l’art 3 della nostra Costituzione, che afferma il principio di uguaglianza e di dignità sociale senza alcuna distinzione?
Il prof Trigilia: “ Le politiche mafiose e clientelari devono essere sconfitte dal basso”. Ma chi è il basso? Il popolo, siamo tutti noi, che dobbiamo ribellarci a questo sistema corrotto e illegale. Ed è questo il senso del libro” Cambiare il sud per Cambiare l’Italia”. Se pretendiamo che ci vengano garantiti i diritti, dobbiamo avere il coraggio e il dovere morale di mettere in pratica sani principi di convivenza sociale, senza scendere a compromessi o a forme di ricatto per ottenere privilegi o vantaggi personali. “Ed è proprio dalle macerie che si può rinascere” afferma l’on. Franco Laratta……
Bisogna avere il coraggio, con umiltà, semplicità e competenza di metterci la faccia e di cambiare questo stato di cose, partendo dal basso: da tutti noi, scuola, famiglia, associazioni. Insieme si può, insieme si deve: si perché siamo obbligati a riscrivere una pagina nuova della storia dei nostri territori. Dobbiamo essere consapevoli del fallimento della vecchia classe politica-dirigente e del principio di sussidiarietà verticale( Stato-Regione-Comune), soprattutto al Sud. Si riparte dai giovani meridionali, come Lo Giudice che hanno la forza e il coraggio di dire BASTA! Che rappresentano la positività della nostra Calabria, che hanno voglia di chiudere con questa fase storica e politica e che vogliono battersi contro l’illegalità e l’arretratezza culturale. La capacità di ascolto dei bisogni della gente e l’essere “madri e padri” di buone idee diventeranno la scommessa della nuova classe dirigente del Sud, il rinnovamento di cui auspichiamo fortemente. Ma non c’è tempo da perdere, anzi non abbiamo una seconda possibilità per salvarci. Così facendo saremo orgogliosi di essere italiani, ancora di più di essere meridionali. La Calabria non ha bisogno di eroi o eroine, ma di gente onesta, preparata che si mette in gioco per risollevare il presente e migliorare il futuro. Perché vedete, cambiare il Sud diventa la grande opportunità per l’Italia di risollevare la propria economia e il progresso. Concludo con le parole del’on. Franco Laratta: “ Francesco è convinto che la Calabria non si salva per grazia di Dio, ma si salva per volontà dei Calabresi”. Importante è quello che iniziamo a fare da oggi in poi. Leggendo questo libro, troverete un po’ di voi e, se c’è qualcosa di sbagliato nel vostro modo di pensare e agire, provate a cambiare. Se cambia una persona e, a sua volta, influenza l’altra, alla fine riusciremo tutti insieme ad attuare il cambiamento.
Serafina Nisticò
Educatore
Assistente sociale
Corrispondente territoriale del giornale “Il Crotonese”