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Lo sto andando ormai ripetendo più volte: se c’è una sola cosa  positiva in tutta questa vicenda della piattaforma di rifiuti a Bisignano (sia soprattutto per il modo com’è stata compiuta l’operazione politica e amministrativa, che per le dimensioni dell’impianto) è proprio il fatto che ha permesso a tutti noi cittadini del luogo un rinnovato interesse e una grande attenzione condivisa sul problema della gestione dei rifiuti e più in generale sul problema della gestione del territorio e del rispetto dell’ambiente. Questo nato oggi, che va ad affiancarsi a quello già esistente e operante da qualche mese, è un Comitato territoriale che vuole far collaborare persone da tutta la Valle del Crati per promuovere metodi sostenibili di gestione dei rifiuti e accompagnare il territorio in scelte istituzionali che vadano verso l’obiettivo della riduzione massima di produzione del rifiuto e della valorizzazione dello stesso come risorsa di sviluppo. Di questo Comitato, di cui fanno già parte persone di più comuni, mi onoro far parte anch’io. E con piacere ne condivido il comunicato di costituzione:   

ComitatoValleCratiRifiutiZero
La volontà espressa dalla Regione Calabria di realizzare una “Piattaforma Tecnologica” per il trattamento dei rifiuti a Bisignano con il pieno avallo della locale amministrazione, dopo che questo e altri due Comuni, tra cui Luzzi, avevano dato disponibilità a realizzare l’impianto nel proprio territorio, ha suscitato preoccupazioni e proteste, determinate anche dalla mancanza di informazioni certe sull’impatto ambientale e sull’incidenza che la struttura avrà sull’economia del territorio interessato.
Dalle poche ed incomplete informazioni descrittive dell’impianto, contenute nelle “Linee guida per la rimodulazione del piano regionale di gestione dei rifiuti della regione Calabria”, si legge che dovrebbe sorgere un impianto di trattamento/recupero/riciclaggio con capacità all’incirca pari a 180.000 t/a di RU prevalentemente indifferenziati, con annesso “impianto di compostaggio di qualità anaerobico per la produzione di energia elettrica”, corredato anche da “una linea di intervento della frazione secca da raccolta differenziata”, per consentire il recupero e l’avvio al riciclo dei seguenti materiali: carta e cartone, plastica, metalli, legno. Notizie più dettagliate verranno conosciute con la redazione del progetto preliminare e delle relazioni tecniche.
La proposta di realizzare tale impianto nell’area Cosenza Nord, giunge dall’attuale Giunta Regionale con Delibera n. 49/2013, dopo che la stessa, con le suddette “Linee guida”, ha recepito la normativa comunitaria (D.lgs. n. 152/2006 T.U. ambientale,D.lgs. n. 205/2010 che recepisce la Direttiva 2008/98/CE), la quale stabilisce una gerarchia precisa delle operazioni da seguire nella gestione dei rifiuti:prevenzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero, ed infine come ultima istanza, incenerimento o smaltimento in discarica.
E’ del tutto evidente che l’attuale sistema regionale del ciclo dei rifiuti, basato sull’incenerimento e sul conferimento in discarica, si pone in contraddizione con le indicazioni della normativa di settore, rendendosi indispensabile un’inversione di tendenza. Molte perplessità suscita l’obiettivo di raccolta differenziata indicato dalle “Linee Guida”, un misero 32,6 % (previsione inferiore a quella del 65% che doveva essere raggiunta entro il 31.12.2012, in base al T.U. ambientale), e la previsione di un nuovo scenario organizzativo-impiantistico, dal costo stimato di 100 milioni di euro che dovrebbe far diminuire la percentuale dei rifiuti da conferire in discarica dall’attuale 63,3% ad un futuro 11,6%, ma senza indicare date certe entro cui si dovrebbe raggiungere tale obiettivo, ed il fatto che nel frattempo, si stia continuando a realizzare nuove discariche e ad ampliare quelle già esistenti.

Le logiche seguite negli ultimi anni ci hanno condotto sulla soglia del disastro ambientale, infatti è ormai dal 1997 che la Regione Calabria versa in un perenne stato di emergenza ambientale. Anni di commissariamento e più di mille milioni di euro sperperati dal 1998 ad oggi, per sconsiderati provvedimenti di emergenza e una pseudo pianificazione, hanno determinato nella nostra regione una situazione non più sostenibile e hanno arrecato danni, spesso irreparabili, all’ambiente e alla salute della popolazione.
L’unica via percorribile ed ecosostenibile è quella basata sulla raccolta differenziata spinta porta a porta, da implementare con il consenso e la partecipazione attiva dei cittadini. Azioni che trasformerebbero il rifiuto in un’opportunità, in una risorsa. Non ci può essere valorizzazione senza differenziazione, riuso e riciclo.
Pertanto nei giorni scorsi, al fine di tutelare il territorio interessato dalla realizzazione degli impianti di trattamento di rifiuti urbani, e di informare la popolazione sull’attività che verrà compiuta in merito, un gruppo di cittadini, di movimenti e associazioni ambientaliste di diversi comuni della Valle del Crati, hanno dato vita al Comitato Territoriale “Valle Crati -Rifiuti Zero”. Tale comitato si propone di informare e sensibilizzare la cittadinanza e le amministrazioni alla tutela dell’ambiente, alle buone pratiche di selezione e differenziazione dei rifiuti, alla cultura della prevenzione e riduzione degli stessi, ai vantaggi della raccolta differenziata spinta porta a porta, al rispetto delle regole, promuovendo il coinvolgimento e la partecipazione consapevole dei cittadini e dei soggetti interessati, sia verso tutte quelle azioni dirette a considerare il rifiuto un’opportunità e una risorsa, ma più in generale per concepire, esercitare e realizzare un rinnovato rispetto dell’ambiente, un rinnovato e finalmente giusto modo di tutelare la preziosa risorsa che ci è stata affidata e che condividiamo: il nostro territorio!

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