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L’08 luglio sono stato ospite, insieme a Franco Laratta, già deputato del Partito Democratico e Pasquale Pandolfi, Presidente dell’Associazione Kontatto Production, della trasmissione televisiva ”Discutiamone con…” condotta dal bravissimo Sergio Tursi Prato, e andata in onda sui canali 71,214 e 617 di Telitalia. Argomento della trasmissione: la sanità in Calabria.

L’occasione è stata per me utile per esprimere le personali opinioni al riguardo.

Ho così iniziato parlando in generale del Servizio Sanitario Nazionale, del passato e del presente, dei progressi fatti nel campo della sanità in Italia negli ultimi decenni (che hanno portato gli Italiani ad essere tra i popoli più in salute del pianeta) ai regressi che invece sono avvenuti negli ultimi anni, (che hanno fatto diminuire sensibilmente la qualità e la quantità delle prestazioni sanitarie).

Ho quindi inevitabilmente parlato del divario esistente anche a livello di sanità, tra il nord e il sud del Paese, e ho fatto riferimento al significativo fenomeno dell’emigrazione sanitaria, che fa spostare ogni anno 1.1 miliardi di euro dalle regioni del sud a quelle del nord per pagare le spese di cura dei cittadini meridionali.

E dopo aver espresso questi pensieri, ho accennato nello specifico alla sanità calabrese, ne ho descritto la ”metodologia del disservizio o dell’inefficienza” che risulta dai dossier che l’hanno interessata e ho ricordato che la sanità calabrese è risulta inadempiente per quanto riguarda i Livelli Essenziali di Assistenza.

Successivamente, ho condiviso insieme all’amico Pasquale Pandolfi la proposta di Franco Laratta sulla istituzione di un’Autority che risolva lo stato di emergenza in cui versa la sanità calabrese ormai da anni, e ho concluso altresì mettendo in discussione i criteri di riparto del Fondo Sanitario Nazionale alle regioni perchè penalizzano di fatto le regioni dell’Italia meridionale.

Infine, ho concluso dicendo che, nonostante questi generali e diffusi malfunzionamenti, la sanità calabrese continua ad operare grazie alla professionalità e alla passione degli operatori sanitari  che spesso si sacrificano per garantire dignità e funzionalità delle cure e che, se da una parte è giusto risolvere queste disfunzioni, dall’altra parte è necessario iniziare a rappresentare quella parte di sanità che funziona e che in alcuni casi eccelle, che viene invece ignorata dai vigenti meccanismi di rappresentazione mediatica e giornalistica.

 

 

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