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Sanità e legalità: le rappresentazioni sociali

 

 

 

di

 

Francesco Lo Giudice

 

 

 

 

 

Paper for the Espanet Conference

“Italia, Europa: Integrazione sociale e integrazione politica”

Università della Calabria, Rende, 19 – 21 Settembre 2013

 

 

 

 

Francesco Lo Giudice è Dottore di Ricerca in ‘Politica, Società e Cultura’ presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria.

francesco-lo-giudice@libero.it – (+39) 0984.492552

 

 

 

 

Le organizzazioni sanitarie nel Mezzogiorno d’Italia

L’organizzazione sanitaria rappresenta, nell’ambito dei sistemi regionali, uno degli aspetti più importanti del potere economico e politico,  basti pensare che, in molte regioni del nostro Paese, le politiche sanitarie pesano tra il 60 e l’80% della spesa pubblica regionale. Tale concentrazione di risorse ha suscitato gli interessi di gruppi professionali, come medici e farmacisti, di lobby  come quelle degli imprenditori sanitari e socio-sanitari, di organizzazioni affaristiche di tipo criminale e mafioso. Le regioni meridionali in particolar modo, per la loro storica debolezza regolativa e per la cultura clientelare che ha caratterizzato le relazioni sociali e politiche, hanno vissuto una forte manipolazione delle politiche e successivamente un forte degrado delle stesse organizzazioni sanitarie. Questi aspetti non costituiscono un impedimento definitivo del processo di modernizzazione ed emancipazione che comunque ha attraversato queste regioni d’Italia ed i loro sistemi di tutela della salute. Sarebbe un grave sbaglio ridurre i problemi della sanità di queste regioni e di queste realtà territoriali a semplici questioni criminali. Sono molti i medici, i politici, gli operatori sanitari che hanno contribuito e continuano a contribuire allo sviluppo e alla modernizzazione di questo settore, lottando contro tanti elementi negativi e per la costruzione concreta dei diritti alla salute e alla cura.  

La stampa quotidiana[1], in questo contesto, non è sempre riuscita a separare i tanti aspetti di illegalità e di degrado che interessano queste realtà sanitarie dagli elementi positivi che comunque esistono e caratterizzano il processo di emancipazione e di modernizzazione di cui dicevamo.  Essa spesso ha ridotto e sovrapposto in maniera totalizzante gli elementi dell’organizzazione sanitaria con quelli dei comportamenti illegali e criminali pur presenti in questo sistema. E’ sembrato quindi opportuno concentrare l’attenzione sulle forme di comunicazione e i metodi informativi utilizzati da alcuni quotidiani locali nel rappresentare il funzionamento dei sistemi sanitari in quattro regioni d’Italia: Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia. Lo scopo del lavoro è quello di comprendere e rivelare il senso delle rappresentazioni fornite da questa stampa in relazione al funzionamento istituzionale e alla costruzione della sua legittimità.

 

La ricerca

L’ipotesi che soggiace al lavoro di ricerca è che i quotidiani, in particolare quelli regionali, forniscono rappresentazioni sociali della sanità meridionale volte prevalentemente ad enfatizzare alcuni fenomeni negativi e critici, spinti a questo dalla tradizionale ambiguità di essere allo stesso tempo prodotti culturali e merce da vendere. Tali enfatizzazioni aprono al rischio di distrarre l’attenzione dai meccanismi concreti del funzionamento e dalle precise cause che hanno determinato tali eventi negativi. 

Al fine di attestare la plausibilità dell’ipotesi di ricerca, si è proceduto nello scegliere, in base al criterio della diffusione e della storia, un quotidiano di informazione come riferimento per ogni singola regione presa in esame: la ‘Gazzetta del Sud’ per la Calabria, ‘La Repubblica – edizione di Palermo’ per la Sicilia, ‘Il Quotidiano della Basilicata’ per la Basilicata, ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’ per la Puglia, ritenute fonti giornalistiche attendibili per il lavoro di che trattasi e dunque consultate nelle rispettive edizioni dell’anno duemilanove, (2009) anno scelto come periodo di riferimento. Si sono così reperiti tutti gli articoli relativi al settore sanitario regionale, soprattutto nelle pagine di cronaca regionale, ma anche nelle altre rubriche del giornale. Da tale lavoro di reperimento da tutte e quattro le testate è risultato un numero complessivo di milleseicentoquarantasette (1.647) articoli, così precisamente ripartiti: n. 450 dalla Gazzetta del Sud, n. 425 da La Repubblica edizione di Palermo, n. 496 da La Gazzetta del Mezzogiorno e n. 276 da Il Quotidiano della Basilicata, di cui è stato calcolato, come si evince dal grafico seguente, la presenza nelle prime pagine[2].   

 

          

Grafico n. 1 – articoli su sanità per testate con articoli prima pagina

Si è provveduto ad interpretare e catalogare tali documenti grazie ad una griglia analitica,  attraverso la quale si sono registrate sia le informazioni generali (‘nome della testata’, ‘regione di riferimento’, ‘nome del giornalista’,  ‘giorno, mese e anno’, ‘sezione’ e ‘titolo’ dell’articolo) che il loro contenuto, così catalogato:

 

 

 

 

Politica & Burocrazia

Modelli organizzativi

Malasanità

& cittadini

Budget

Personale sanità

Buonasanità & cittadini

Contenuti parole chiave

Breve sunto elementi principali

Chiave di lettura del giornalista
(critica, neutrale, a supporto)

1. Nomina/ Rimozione incarichi
2.Interviste politici/

direttori Asl
3. Attuazione programma sanitario

1.Collaborazioni privati 2.Accorpamento Asl  
3. Progetti in campo medico

1.Truffe/Corruzione
2.Sprechi
3.Indagini giudiziarie 4.Denunce/Petizioni

1.Fondi/costi 2.Farmaceutica
3.Stipendi manager
4.Buchi di spesa

1.Professioni 2.Imprese 3.Lavoratori

1. cure/ operazioni
2.strumentazioni
macchinari.
3. strutture e  reparti

 

Tale schema analitico ha permesso una catalogazione ordinata dei documenti reperiti e ha dato la possibilità di confrontarli agevolmente tra di loro per ambiti e sezioni di riferimento,  consentendo di poter stabilire proporzioni esatte, differenze ed analogie tra essi.

Nell’ambito ‘Politica e Burocrazia’ ho raccolto e trattato tutti quegli articoli riguardanti prevalentemente la sanità nella sua qualità di sistema politico e amministrativo e nei suoi rapporti con le istituzioni politiche e governative. Nell’ambito ‘Modelli organizzativi’ sono stati catalogati tutti quei servizi giornalistici riguardanti gli aspetti più tecnici dell’organizzazione sanitaria, come la collaborazione con i privati, le politiche di accorpamenti delle asl, i progetti in campo medico.

In quello ‘Malasanità e Cittadini’ ho raccolto e analizzato gli articoli riguardanti denunce e cronache di disservizi, irregolarità ed inottemperanze alle leggi che regolano il servizio sanitario, truffe, casi di corruzione, evidenziazione di sprechi, cronaca delle inchieste giudiziarie, casi di mala gestione e malasanità, abusi, ecc. Nell’ambito ‘Budget’ sono stati raccolti gli articoli inerenti la gestione finanziaria dei singoli sistemi sanitari regionali, i fondi di cui dispone il settore, i suoi costi, gli stipendi e la spesa farmaceutica. Un ulteriore ambito ha invece raccolto gli articoli relativi al ‘personale’ operante preso le istituzioni sanitarie. Sono quindi finiti in questa categoria tutti quegli articoli riguardanti medici, infermieri, operatori socio sanitari, funzionari tecnici ed amministrativi della sanità, i loro contratti di lavoro, i corsi di aggiornamento, le questioni relative all’organizzazione e alla gestione delle risorse umane.  Infine, nell’ambito ‘Buonasanità e cittadini’ sono stati raccolti i documenti riguardanti i casi della cosiddetta buona sanità, ossia tutti quegli scritti tesi ad evidenziare i progressi, i traguardi, i risvolti positivi dell’attività sanitarie e della gestione delle strutture ad essa predisposte, così da poter avere dei termini di paragone precisi con l’ambito opposto della malasanità.

Il lavoro è poi proseguito nella interpretazione della ‘chiave di lettura’ dell’articolo; un’interpretazione per decifrare in modo più coerente possibile la volontà del giornalista; una sorta di esegesi del testo che ha permesso di inquadrare il cosiddetto ‘’taglio’’ prevalente dell’articolo. Si è suddivisa tale chiave di lettura in ‘critica’, ossia tesa a rilevare aspetti critici e malfunzionamenti dei SSR; ‘neutrale’, tendente a dare una informazione il più possibile obiettiva e scevra da commenti o giudizi di valore; ‘a supporto’, tesa a mettere in evidenza gli sforzi di miglioramento e la dinamicità positiva delle istituzioni sanitarie e dei suoi attori. E’ stata analizzata sia la chiave di lettura degli articoli nel corpo del giornale che quella degli articoli con richiami o testo intero in prima pagina. La ricerca è proseguita inoltre nell’analisi dei ‘titoli’, parte significativa dell’articolo in quanto sintesi del contenuto e della chiave di lettura utilizzata. Si è pensato che, ai fini della verifica dell’ipotesi di ricerca, fosse opportuno determinare con precisione il ricorso di quei vocaboli (espressi in sostantivi, sinonimi, aggettivi, verbi) che fossero riferimento di concetti e terminologie specifiche. Così si è calcolato con precisione il numero degli articoli aventi nel titolo parole relative al concetto di ‘’morte’’, al concetto di ‘’procedimento giudiziario’’, a quello di ‘’danno’’, di ‘’disavanzo finanziario’’, al concetto di ‘’buona sanità’’, alla terminologia di tipo ‘’sensazionalistico’’ o ‘’militare’’. Per ognuno di questi riferimenti concettuali sono stati usati riferimenti lessicali chiari ed inequivocabili. Nel caso del concetto di procedimento giudiziario, ad esempio, sono stati conteggiati gli articoli aventi nel titolo vocaboli come: inchiesta/e, indagine/i, processo/i, audizione/i, interrogatorio/i, sentenza/e, testimonianza/e, condanna/e, assoluzione/i, tribunale, corte dei conti, tar, ecc.). I risultati raccolti sono stati elaborati statisticamente, espressi in valori percentuali e rappresentati graficamente.

Si è successivamente compiuta un’analisi di tipo comparato e qualitativo della rappresentazione giornalistica prodotta in riferimento ad ogni singolo Servizio Sanitario Regionale (SSR), della cui regione di riferimento si è prima provveduto a delinearne le caratteristiche geo-politiche e socio-sanitarie. L’analisi qualitativa della rappresentazione giornalistica effettuata sui singoli SSR è stata così condotta in riferimento a tre campi socio-politologici: la rappresentazione del funzionamento amministrativo generale dei sistemi sanitari, attraverso i criteri dell’efficacia, efficienza, costi ed equità; la rappresentazione giornalistica del ruolo della politica all’interno e nei confronti dei sistemi sanitari regionali, analizzata a sua volta attraverso le categorie del clientelismo nelle nomine e quello del confronto politico sulla sanità regionale; la rappresentazione della legalità nei sistemi sanitari regionali, analizzata attraverso le categorie delle inchieste giudiziarie e della legalità della gestione in generale. Tali categorie utilizzate hanno dato l’opportunità di rilevare e rivelare il comportamento delle relative testate giornalistiche in merito ai temi ritenuti più significativi della costruzione sociale della legalità all’interno del mondo sanitario.  

 

 

Risultati quantitativi

I risultati di tipo quantitativo emersi dal lavoro di ricerca offrono una prospettiva interessante rispetto all’ipotesi dalla quale si è partiti. La tabella che segue mostra ad esempio la ripartizione percentuale degli articoli per ambiti analitici e testata giornalistica  di riferimento. Si intuisce subito quali siano gli ambiti analitici maggiormente trattati dai quotidiani utilizzati.

AMBITI ANALITICI GENERALI

Testate
giornalistiche

Politica e burocrazia

Modelli organizzativi

Malasanità

e cittadini

Budget

Personale Sanità

Buonasanità e cittadini

Gazzetta del Sud

29,78%

5,33%

53,56%

4,44%

4,67%

2,22%

Repubblica

ed. Palermo

32,94%

4%

51,76%

5,18%

2,83%

3,29%

Quotidiano

della Basilicata

35,51%

15,22%

34,78%

3,26%

3,26%

7,97%

Gazzetta

del Mezzogiorno

32,86%

8,06%

50,81%

3,63%

2,02%

2,62%

 

 

Tabella n. 1 – Fonte dati: Quotidiani Gazzetta del Sud, Repubblica di Palermo, Quotidiano della Basilicata, Gazzetta del Mezzogiorno. Elaborazione dati: Francesco Lo Giudice.

 

 

Politica e burocrazia

Gli articoli riguardanti tale macro area di riferimento (politica e burocrazia) hanno costituito, in ogni testata giornalistica, fatta eccezione per la Gazzetta del Sud dove la percentuale è di poco inferiore al 30% (29,78%), oltre il 30% degli articoli totali rilevati nell’anno 2009; nella Repubblica edizione di Palermo  il 32,94%; nel Quotidiano della Basilicata il 35,51% e nella Gazzetta del Mezzogiorno il 32,86%. Il fatto che quasi un terzo degli articoli rilevati da ogni testata giornalistica abbia riguardato prevalentemente il settore politico conferma come la sanità sia un settore fortemente politicizzato [Costabile 2009, p. 66], spesso oggetto della competizione politica stessa. Ciò dimostra anche come la stampa quotidiana, e più in generale i mass media, vengano utilizzati spesso e volentieri dagli stessi esponenti politici come strumento di comunicazione e denuncia. Gli articoli di tale ambito sono stati poi ulteriormente suddivisi, come si diceva, in tre ulteriori sezioni. La prima  è quella riguardante la ‘’nomina e la rimozione degli incarichi’’ all’interno delle strutture sanitarie. La consistenza quantitativa di tali articoli ha una media complessiva del 11,49%, che va dal 6,13% de La Gazzetta del Mezzogiorno al 27,14% de La Repubblica, passando per il 12,69% de La Gazzetta del Sud e il 14,29% de Il Quotidiano della Basilicata. Una percentuale significativa che sale al 27,14% nel caso de La Repubblica di Palermo sicuramente legata alla poderosa riforma del settore sanitario a opera del Governo regionale guidato da Raffaele Lombardo e coordinata dall’assessore regionale alla sanità, Massimo Russo. Tale riforma è stata accompagnata dal conferimento di incarichi dirigenziali di tipo clientelare [Fantozzi 1993]  che hanno interessato sia professioni esterne che dirigenti interni e che hanno causato numerose proteste politiche, sindacali e sociali del territorio, utili a denunciare la natura illegale o irregolare delle stesse nomine, le auto-stabilizzazioni professionali, la mancata nomina di figure istituzionali importanti come il Garante della Salute.

La seconda sezione è quella che ha riguardato le ‘’interviste a politici e direttori Asl’’. In essa sono state raccolte interviste, sintesi di conferenze stampa, comunicati stampa, sia da parte di esponenti politici e sindacali che di dirigenti e personale sanitario. Con una consistenza media del 41,58%, la sezione ha riguardato un numero rilevante di articoli che vengono riportati in percentuale: Gazzetta del Sud (29,85%); Repubblica edizione Palermo (14,29%); Quotidiano della Basilicata (54,08%); Gazzetta del Mezzogiorno (68,10%).   Dichiarazioni, interviste e comunicati, accuse e difese politiche, che hanno spesso raccontato di una sanità in difficoltà, delle indagini giudiziarie che hanno scosso nell’anno duemilanove i sistemi sanitari esaminati, o che hanno raccolto le opinioni, il più delle volte critiche, dei protagonisti del mondo sanitario e politico.

La terza sezione è quella che ha raccolto gli articoli riguardanti specificatamente la ‘’attuazione dei programmi sanitari’’ regionali.  E’ risultata la sezione più nutrita di articoli dell’ambito ‘’politica e burocrazia’’, con una media del 43,36% in un segmento che va dal 57,46% de La Gazzetta del Sud, al 25,77% de La Gazzetta del Mezzogiorno, passando per il 58,57% de La Repubblica ed. Palermo, al 31,63% de Il Quotidiano della Basilicata. Numerosi sono stati gli articoli riguardanti questa sezione soprattutto perché le rispettive Amministrazioni Regionali hanno spesso fatto del miglioramento dei livelli qualitativi dei servizi e delle prestazioni sanitarie uno dei principali temi politici in campagna elettorale e dei principali punti dell’agenda di governo. Nel caso della Calabria e della Sicilia vi è stato anche l’obbligo di redigere e mettere in atto il cosiddetto ‘’piano di rientro’’ per contenere e risanare il relativo e cospicuo deficit finanziario del settore.

 

Modelli organizzativi

Il secondo ambito ha riguardato i ‘’modelli organizzativi’’ dei sistemi sanitari regionali.  Esso, con una consistenza media dell’8,15%, va dal 4% totale degli articoli de La Repubblica edizione Palermo a ben il 15,22% de Il Quotidiano della Basilicata, ne La Gazzetta del Sud gli articoli raggiungono il 5,33% del totale e ne La Gazzetta del Mezzogiorno l’8,06%. In tale sezione sono rientrati tutti quei servizi giornalistici riguardanti aspetti più tecnici dell’organizzazione sanitaria, come la ‘’collaborazione con i privati’’, l’ ‘’accorpamento delle Asl’’, e i ‘’progetti in campo medico ’’.

La sezione ‘’collaborazione con privati’’ in particolare ha riguardato tutte quelle notizie in merito alla collaborazione offerta alla sanità pubblica da soggetti terzi e privati: cittadini, ma più spesso associazioni di cittadini o di professionisti della sanità che operano all’interno del settore socio-sanitario assistenziale e coadiuvano il lavoro delle istituzioni sanitarie pubbliche. Come si può notare dalla tabella, la percentuale degli articoli è inferiore sia ne La Gazzetta del Sud il 54,17%, che ne La Repubblica ed. Palermo l’35,29%, che ne La Gazzetta del Mezzogiorno il 52,50%, rispetto al Quotidiano della Basilicata che spicca con un 78,57%. Diversi sono stati infatti gli articoli (33 su 276) che hanno riguardato in Basilicata la collaborazione con i privati, soprattutto convegni, iniziative e prestazioni organizzati più che altro da associazioni o società di professionisti sanitari.

La sezione ‘’accorpamento delle Asl’’, invece, ha raccolto un numero abbastanza basso ne La Gazzetta del Sud (4,16%) e ne Il Quotidiano della Basilicata (4,76%);  nessun articolo addirittura in Gazzetta del Mezzogiorno e Repubblica se non altro perché, con la trasformazione delle Asl (Aziende sanitarie Locali) in Asp (Aziende Sanitarie Provinciali), avvenuta nel 2003 , la necessità di accorpare ulterioriormente le aziende sanitarie non si è presentato, (o non è stato ritenuto degno di rilievo giornalistico) salvo in sporadici casi e nei confronti più che altro di presidi ospedalieri e sanitari posizionati vicini.   La  terza sezione ha raccolto gli articoli relativi ai progetti in campo medico che presenta una media del 42,64% del totale degli articoli della ambito ‘’modelli organizzativi’’, con la seguente ripartizione regionale: Gazzetta del Sud (41,67%); Repubblica ed. Palermo (64,71%);  Quotidiano della Basilicata (16,67%); Gazzetta del Mezzogiorno (47,50%).

 

Malasanità e cittadini

Il terzo grande ambito di articoli è quello relativo al rapporto ‘’Malasanità e cittadini’’, il quale, come si evince dalla tabella n.1, è l’ambito che ha raggruppato il maggior numero di articoli in assoluto, con una media del 47,73% e con la sola Basilicata al di sotto del 50%, con rispettivamente: Gazzetta del Sud con il 53,56%; Repubblica ed. Palermo con il 51,76%; Quotidiano della Basilicata con il 34,78%; Gazzetta del Mezzogiorno con il 50,81%.

Questo ovviamente contribuisce a confermare l’ipotesi di ricerca iniziale, dal momento che in tale ambito sono stati raccolti tutti quegli articoli contenenti denuncia o cronache di truffe e casi di corruzione, evidenziazione degli sprechi,  atti, documenti, dichiarazioni riguardanti le diverse indagini giudiziarie che hanno interessato in modo sostanziale tutti e quattro i sistemi sanitari regionali; e poi denunce di malfunzionamento dei sistemi sanitari stessi, di irregolarità, di mala gestione, di disagi e danni ai pazienti, di casi presunti di malasanità, di abusi, ecc.    

La prima sezione dell’ambito riguarda “truffe e corruzione”. Sono stati catalogati sotto tale sezione le notizie relative a casi di truffa, sia da parte degli operatori del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) nei confronti dei cittadini utenti, che da parte di questi ultimi nei confronti del Ssn. Oppure casi di corruzione all’interno delle istituzioni sanitarie o tra i protagonisti di queste e soggetti appartenenti ad altre sfere della vita sociale. Tale sezione presenta una media percentuale di articoli del 6,42% nel quale si differenzia solo il modesto dato della Repubblica (2,27%) visto che Gazzetta del Sud, Quotidiano della Basilicata e Gazzetta del Mezzogiorno presentano rispettivamente una percentuale più alta di articoli: 6,22%; 10,42%; 6,75%. C’è da rilevare che, stando alla metodologia applicata alla ricerca, diversi articoli riguardanti truffe, corruzione, o piuttosto sprechi e inefficienze, sono stati catalogati nelle più generiche sezioni riguardanti le indagini giudiziarie o le denunce e petizioni, quando gli articoli in questione presentavano una prevalenza dell’aspetto giudiziario dei fatti rispetto alla descrizione del singolo episodio di truffa, corruzione, o spreco. 

La seconda sezione di questo ambito ha raccolto proprio le notizie in merito agli ‘sprechi’.  Ed esso è risultato tutto sommato irrilevante per il criterio di analisi appena enunciato. Con una media molto bassa dell’1,3%, i risultati specifici sono stati: Gazzetta del Sud (0,42%); Repubblica ed. Palermo (1,36%); Quotidiano della Basilicata (1,04%); Gazzetta del Mezzogiorno (2,38%).  

La terza sezione è invece una di quelle più significative ai fini della presente ricerca e riguarda, per l’appunto, l’argomento ‘’indagini giudiziarie’’. Tutti e quattro i sistemi sanitari regionali analizzati sono stati interessati, durante l’anno duemilanove, da filoni di inchieste giudiziarie che ne hanno rivelato, grazie soprattutto a una minuziosa e costante copertura giornalistica, i casi di ingiustizia e di trasgressione alle leggi dello Stato avvenuti nei rispettivi ambiti sanitari, gli abusi di potere, le truffe, i casi di corruzione, talvolta compiuti da veri e propri sistemi organizzati, i delitti, le indagini relative agli errori sanitari e ai conseguenti casi di malasanità. Rappresentando, in media, quasi la metà del totale complessivo degli articoli analizzati (45,27 %), ha fatto registrare i seguenti risultati:  Gazzetta del Sud (45,23 %); Repubblica ed. Palermo (33,64 %); Quotidiano della Basilicata (33,33 %); Gazzetta del Mezzogiorno (68,89 %). 

Il dato della Gazzetta del Mezzogiorno è particolarmente rilevante in quanto il sistema sanitario pugliese è stato interessato da una maxi inchiesta giudiziaria (composta da ben 4 filoni di inchieste)  condotta dalla Procura di Bari riguardante i casi di corruzione (con svolgimento delle relative indagini, processi e sentenze) ruotanti sui cosiddetti ‘’sistema Tedesco’’, dal nome dell’assessore alla sanità, sul ‘’sistema Tarantini’’, dal nome dell’imprenditore di forniture mediche, sul caso di Lea Cosentino, manager Asp di Bari, e su altri dirigenti, medici, funzionari e imprenditori della Regione Puglia. Una maxi inchiesta che ha coinvolto, lo si ricorderà, anche il Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi e svelato la vicenda del giro di prostituzione negli ambienti politici ed elitari. 

 

                    

                         Grafico n. 2  – Argomenti più trattati Sanità Puglia.

 

Il presente grafico mostra appunto visivamente la consistenza del numero degli articoli (circa il 50% del totale) che hanno riguardato la suddetta maxi inchiesta giudiziaria. Non tutti tali articoli sono stati catalogati nella presente sezione, perché non tutti riguardavano specificatamente il procedere strettamente giuridico della stessa inchiesta.

Nel caso del SSR calabrese, le inchieste giudiziarie hanno riguardato per lo più: indagine, processo e relativa condanna del direttore, e suoi complici, dell’Istituto di salute mentale Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello (Cs), sequestrato e successivamente chiuso; il delitto politico mafioso del vice presidente regionale Franco Fortugno, e relativo processo giudiziario, con parallelo processo ‘Onorata Sanità’ che ha riguardato il consigliere regionale Domenico Crea e suoi complici; la tragedia, con relativo processo giudiziario e politico, di Federica Monteleone, sedicenne morta durante un’operazione chirurgica;  l’inchiesta e la relativa Condanna della Corte dei conti ai dirigenti sanitari per un mancato screening mammografico per la prevenzione dei tumori femminili in Calabria; i conflitti di competenza tra la Regione e il Governo riguardanti più che altro la questione del disavanzo finanziario relativo al comparto sanità con conseguente dibattito politico regionale e nazionale con minaccia di commissariamento da parte del Governo.

 

                    
                       
Grafico n. 3 – Argomenti più trattati Sanità Calabria

Come si evince chiaramente dal grafico, i soli argomenti più trattati hanno costituito complessivamente il 43,4%, ossia circa la metà, del totale degli articoli.

Nel caso del SSR siciliano, le inchieste giudiziarie hanno riguardato prevalentemente il sistema di corruzione all’interno dell’ospedale Civico di Palermo con il coinvolgimento del famoso cardiochirurgo dott. Carlo Marcelletti, oltre che di altri primari e dell’imprenditore Castorina, al centro in un sistema di corruzione nelle forniture sanitarie; poi il caso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, sequestrato e successivamente sgomberato per essere stato costruito in modo illegale con cemento cosiddetto ‘’molle’’; il caso giudiziario inoltre della società di soccorso e del 118, sotto inchiesta della magistratura; le inchieste scaturite dalla riforma sanitaria siciliana che ha messo in evidenza soprattutto gli aspetti critici della sanità siciliana: ossia il rapporto collusivo tra politica e sanità, gli sprechi, le inefficienze. 

 

                    

                          Grafico n. 4 – Argomenti più trattati Sanità Sicilia

Nel caso del SSR lucano, la sezione ‘’indagini giudiziarie’’ è notevolmente ridotta rispetto agli altri tre sistemi sanitari, ma gli articoli che la riguardano parlano, anche in questo caso, di un importante filone di inchiesta giudiziaria condotta dal magistrato Woodcock e denominata ‘’Totalgate’’ da un’indagine sulle società petrolifere (poi sul sistema di corruzione ruotante alla figura dell’imprenditore Basentini, dell’infermiere Romaniello e i trapianti di rene, dei primari ospedalieri e direttori sanitari).  

 

                   

                         Grafico n. 5 – Argomenti più trattati Sanità Basilicata

 

La sezione di articoli rivelatasi più nutrita sia all’interno dell’ ambito ‘’malasanità e cittadini’’ che in generale in tutto il lavoro complessivo, è stata quella ‘’denunce / petizioni‘’nella quale, come si diceva inizialmente,  sono state ordinate le notizie relative appunto a denunce di disservizi, degradi delle strutture e delle istituzioni, cronache di proteste di operatori sanitari e cittadini, petizioni per avere un determinato servizio o una determinata prestazione sanitaria. La sezione ha registrato una media percentuale di articoli del 25,8% (la più alta in assoluto) con i rispettivi risultati per testata: Gazzetta del Sud (26.6 %); Repubblica ed. Palermo (36 %); Quotidiano della Basilicata (27,1 %); Gazzetta del Mezzogiorno (13,7 %). Dal momento che la maggior parte di tali denunce provengono da cittadini, sindacati, associazioni e partiti politici, oltre che naturalmente dagli stessi operatori del settore, dimostra da un lato la sensibile crescita nella popolazione, rispetto al passato, delle aspettative sulle diagnosi, le cure, i servizi e le prestazioni nei confronti delle istituzioni sanitarie e dall’altro la tendenza della stampa presa in considerazione nel prediligere notizie riguardanti le disfunzioni e le criticità dei sistemi sanitari. Ciò risulterà ancora più evidente più avanti, nella trattazione della chiave di lettura e della natura degli articoli pubblicati con richiamo o per intero nella prima pagina.

 

Budget

Il quarto grande ambito analitico riguarda il ‘’budget’’ e la gestione finanziaria dei singoli Servizi Sanitari Regionali. C’è da fare una premessa: le regioni meridionali lamentano da anni in sede di Conferenza delle Regioni una inadeguata distribuzione interregionale del fondo sanitario nazionale poiché quest’ultimo, come esplicitato nel capitolo precedente, adotta come criterio di fondo quello demografico. Ragion per cui le regioni meridionali avendo meno popolazione, e meno popolazione anziana, ricevono meno fondi rispetto alle regioni del Centro Nord Italia. Le regioni analizzate, dunque (Calabria, Sicilia, Basilicata e Puglia) ricevono, oltre a quelle che riescono a incassare autonomamente, meno risorse di quante ne ritengano adeguate. Questo è almeno quanto risulta dalla letteratura giornalistica studiata. In più c’è da considerare che Calabria, Sicilia e Puglia presentano notevoli deficit finanziari nel settore e, Basilicata compresa, sono regioni di emigrazione (non immigrazione) sanitaria, che costituisce ulteriore fattore di impoverimento. Nonostante ciò però, il presente ambito ha registrato una percentuale di articoli molto bassa, perché la maggior parte degli articoli riguardante in generale l’argomento bugdet è stata invece compresa più spesso nelle sezione ‘’attuazione programma sanitario’’, proprio per i motivi che si diceva, ‘’denunce’’, ‘’interviste politici’’ ecc.  Con una media del 4,13%, l’ambito ha registrato rispettivamente: un 4,44% totale ne La Gazzetta del Sud; un 5,18% ne La Repubblica ed. Palermo; un 3,26% ne Il Quotidiano della Basilicata; un 3,63% ne La Gazzetta del Mezzogiorno.

All’interno dell’ambito gli articoli hanno trovato collocazione nelle seguenti sezioni: ‘’fondi / costi ‘’; ‘’farmaceutica’’ ; ‘’stipendi manager’’; ‘’buchi di spesa’’. La sezione ‘’fondi / costi ‘’ ha registrato rispettivamente: (GdS) Gazzetta del Sud (50%); (ReP) Repubblica ed. Palermo (72,73 %); (QdB) Quotidiano della Basilicata (44,45 %); (GdM) Gazzetta del Mezzogiorno (55,55 %). Il dato de La Repubblica risulta più alto rispetto agli altri per via del numero considerevole di articoli che, come abbiamo detto, ha riguardato la riforma della sanità regionale. La media della Sezione è pari al 55.68% del totale complessivo degli articoli.  La sezione farmaceutica ha raccolto invece una media dell’33,35% del totale complessivo degli articoli con 45% in GdS; 27,27% ReP;  33,33% QdB; 27,78% GdM. Solo nella GdS si ritrova 1’articolo nella sezione ‘’stipendi manager’’(che percentualmente corrisponde al 5% degli articoli inerenti la tematica “Budget” nello stesso quotidiano)  e solo il 22,22% e il 16,67% di QdB e GdM nella sezione ‘’Buchi di spesa’’

 

Personale sanità

Il quinto ambito, ‘’personale della sanità’’, ha raccolto una media di articoli del 2.49%, ripartiti nelle seguenti sezioni: ‘’professioni’’; ‘’imprese’’; ‘’lavoratori’’. La sezione riguardante le professioni ha raccolto una media percentuale di articoli dell’64,76% con i rispettivi risultati: GdS (19,05%); ReP (83,33%); QdB (66,67%); GdM (90%).

La seconda sezione, quella specifica alle imprese, fatta eccezione per un articolo nella GdM non ha raccolto nessun altro articolo, poiché la stragrande maggioranza degli articoli riguardanti le aziende nel campo della sanità è stata trattata nella sezione ‘indagini giudiziarie’ come se i rapporti tra mercato e sanità riguardassero quasi esclusivamente questioni illegali.  E’ stato così per le aziende sulle protesi mediche nella maxi inchiesta pugliese; è stato così sulle imprese edili nell’inchiesta siciliana dell’ospedale di Agrigento; è stato così negli altri specifici casi.

La terza e ultima sezione, con una media percentuale del 32,74% ha riguardato gli articoli sui ‘lavoratori’.  Le singole percentuali sono pari a: QdB (33,33%); Rep (16,67%), GdM  (0%), ossia  nessun articolo; solo la GdS ha fatto registrare un’alta percentuale di articoli riguardanti i lavoratori (80,95%).  Ciò è stato determinato dai diversi articoli di protesta dei lavoratori delle case di cura private e le cliniche residenziali di tipo assistenziale che non percepivano lo stipendio da mesi, o ancora dalle preoccupazioni o vere e proprio proteste di massa (sfociate anche in occupazioni di stazioni e autostrade) dei lavoratori dell’Istituto Papa Giovanni XXIII, successivamente chiuso per gravi problemi di natura giudiziaria.

 

 

 

Buonasanità e cittadini

In questo ambito sono stati catalogati tutti quegli articoli riguardanti i casi della cosiddetta ‘buona- sanità’ qui intesa come l’insieme dei progressi scientifici nel campo della medicina, dei successi diagnostici e terapeutici, e quindi dei risultati e traguardi degni di nota conseguiti dalle strutture sanitarie in genere, il progresso politico amministrativo del settore, con l’installazione di nuovi macchinari e strumentazioni, l’apertura di nuovi reparti, i progetti di formazione e i patti di collaborazione tra i soggetti interessati e tra le istituzioni.  In altre parole tutti quegli articoli che avevano come obiettivo prevalente il manifestare la positività e la dinamicità in termini di sviluppo e miglioramento dei sistemi sanitari regionali analizzati. Tali articoli hanno avuto una consistenza percentuale media molto bassa, pari al 4,03%, con dati sensibilmente più elevati nel caso del Quotidiano della Basilicata che ha fatto registrare un 7,97% rispetto al 2,22% della Gazzetta del Sud, al 3,26% de La Repubblica ed Palermo ed al 2,62% de La Gazzetta del Mezzogiorno. 

Ciò risulta un’ulteriore conferma dell’ipotesi di ricerca iniziale, soprattutto se comparata con l’ambito di articoli che ha riguardato il rapporto ‘’malasanità e cittadini’’.  Infatti, mentre l’ambito ‘’malasanità e cittadini’’ ha fatto registrare un dato percentuale medio di articoli delle quattro testate giornalistiche pari al 47,73% (in un segmento che va dal 34,78% del QdB ad un 53,56% della GdS.), l’ambito ‘’buona sanità e cittadini’’ ha fatto registrare invece, come poc’anzi detto, un dato percentuale medio di articoli pari al 4,03%, (con un dislivello di oltre il 43%) in un segmento che va dal 2,22% della GdS ad un 7.97% del QdB. 

Nello specifico, nella sezione ‘’cure / operazioni’’ sono stati inseriti gli articoli riguardanti le dichiarazioni di operatori sanitari ma più spesso di pazienti soddisfatti per attività di prevenzione, diagnosi e cura, magari di particolare delicatezza, ben riusciti.  Tale sezione ha fatto registrare rispettivamente un 7% totale di articoli per la GdS, 7,14% per la ReP, 31,82% per il QdB e 7,7% per la GdM. Le cifre sono molto basse e da esse si distingue quella del Quotidiano della Basilicata che ha dato molto più spazio a tali articoli rispetto alle altre testate.

La sezione relativa a ‘’strumentazioni e macchinari’’ presenta cifre ancora più basse: nessun articolo per GdS e ReP, mentre 9,09% per QdB, ed 46,15% per GdM. La sezione ‘’strutture / reparti e territorio’’ha anch’essa registrato un numero relativamente basso di articoli, anche se più alto rispetto alle precedenti due sezioni, tra cui spicca il dato relativo alla Sicilia. Per la precisione: GdS (30%); ReP (92,86 %); QdB (59,09%); GdM (46,15%).

 

 

Chiave di lettura dell’articolo

L’analisi dei 1.647 documenti reperiti e catalogati è consistita anche in un giudizio di valore. Ossia quello riferito all’individuazione della ‘chiave di lettura’ dell’articolo, data dal giornalista e confermata o meno dai redattori e dai titolisti. La chiave di lettura qui è intesa come il modello interpretativo del testo, l’interpretazione per decifrare nel modo più coerente possibile la volontà del giornalista, una sorta di esegesi del testo che mi ha permesso di inquadrare il cosiddetto ‘’taglio’’ prevalente dell’articolo.  Ovviamente tale lavoro di interpretazione non è risultato sempre facile per una serie oggettiva di considerazioni relative alle caratteristiche della comunicazione giornalistica. Non sempre, ad esempio, il senso del titolo e quello del corpo dell’articolo sono risultati coerenti tra loro, oppure l’articolo è risultato privo di un’unica chiave di lettura.

Ebbene, come si può notare dal successivo grafico, i risultati sono eloquenti e alquanto significativi ai fini della ricerca, non solo per la netta predominanza in tutte e quattro le testate giornalistiche degli articoli che hanno fornito una chiave di lettura critica (rispetto a quella neutrale e di supporto) degli argomenti trattati, quanto per la rispettiva altrettanto netta presenza degli stessi in prima pagina.

E’ risultata infatti ‘’critica’’ la chiave di lettura dell’articolo rispettivamente: nella Gazzetta del Mezzogiorno nel ben 80,2% dei casi (ossia in 398 articoli su 496 complessivi di cui n. 174 – pari al 43,7% degli articoli con chiave di lettura critica – con richiamo in prima pagina); nel Quotidiano della Basilicata nel 57,9% dei (ossia in 160 articoli su 276 complessivi, di cui n. 48 – pari al  30 % degli articoli con chiave di lettura critica – hanno fatto registrare un richiamo in prima pagina); nella Repubblica edizione di Palermo, nell’84,9% (ossia in n. 362 articoli su 425 complessivi, di cui n. 74  – pari al  20,4 % degli articoli con chiave di lettura critica – con richiamo in prima pagina); ed infine nella Gazzetta del Sud nell’86,6% dei casi (ossia in 390 articoli su 450 complessivi, di cui n. 49 – pari al 12,5 % degli articoli con chiave di lettura critica –  con richiamo in prima pagina). Come si può notare, in questa comparazione risulta evidente la differenza del Quotidiano della Basilicata che fa registrare una percentuale sensibilmente più bassa rispetto alle altre, ma comunque alta, degli articoli che hanno rappresentato criticamente la sanità.

 

                 

         Grafico n. 6 – chiavi di lettura articoli a confronto tra le testate giornalistiche

 

E’ risultata invece ‘’neutrale’’ la chiave di lettura dell’articolo, rispettivamente: nella Gazzetta del Mezzogiorno nel solo 6% dei casi (ossia in 30 articoli su 496 complessivi, di cui n. 3 – pari al 10 % degli articoli con chiave di lettura neutrale –  con richiamo in prima pagina); nel Quotidiano della Basilicata nel 5,1% dei casi (pari a 14 articoli su 276 complessivi, di cui n. 3  – pari al  21,4 % degli articoli con chiave di lettura neutrale con richiamo in prima pagina); nella Repubblica edizione di Palermo nel 4,22 % dei casi, cioè in 18 articoli su 425 articoli, di cui n. 3  – pari al 16, 6 % degli articoli con chiave di lettura neutrale, con richiamo in prima pagina); e nella Gazzetta del Sud nel 3,33%, ossia in 15 articoli su 450, di cui nessuno con richiamo in prima pagina.

Ed è risultata infine ‘’a supporto’’ la chiave di lettura dell’articolo, rispettivamente: nella Gazzetta del Mezzogiorno nel 13,7%  dei casi, (ossia in 68 articoli su 496 complessivi, di cui n. 6  – pari al 8,8 % degli articoli con chiave di lettura di supporto, hanno avuto un richiamo in prima pagina); nel Quotidiano della Basilicata nel 36,9%  dei casi, (ossia in 102 articoli su 276 complessivi, di cui n. 11  – pari al 10,7 % degli articoli con chiave di lettura di supporto, hanno avuto un richiamo in prima pagina);  nella Repubblica edizione di Palermo la chiave di lettura ‘’a supporto’’ viene offerta nel 10,7%  dei casi, (ossia in 46 articoli su 425 complessivi, di cui n. 3  – pari al 6.5 % degli articoli con chiave di lettura di supporto, hanno avuto un richiamo in prima pagina). Simile tendenza anche nella Gazzetta del Sud,  in cui nel solo 10%  dei casi, (ossia in 45 articoli su 450 complessivi, di cui solo n. 1   – pari al 2,2 % degli articoli con chiave di lettura di supporto) hanno avuto un richiamo in prima pagina.

In altre parole, non  solo gli articoli ‘’a supporto’’ dei SSR hanno fatto registrare una consistenza di gran lunga inferiore rispetto a quelli ‘’critici’’, quanto i primi hanno avuto un richiamo in prima pagina sensibilmente inferiore a quanto avvenuto invece con riferimento ai secondi. Difatti, gli articoli con chiave di lettura critica hanno prodotto una media percentuale di articoli del 77,4% e con tre casi su quattro (Gazzetta del Sud, Gazzetta del Mezzogiorno e Repubblica ediz. di Palermo) in cui sono andati ben oltre l’80% (con l’eccezione del Quotidiano della Basilicata che ha sfiorato quasi il 60%), mentre gli articoli con chiave di lettura cosiddetta ‘’a supporto’’ hanno rivelato una media complessiva percentuale del 17,7% con tre casi su quattro (Gazzetta del Sud, Gazzetta del Mezzogiorno e Repubblica ediz. di Palermo) in cui gli articoli si sono attestati intorno al 10 % (con la sola eccezione del QdB che ha fatto registrare un rilevante 36,9%).  Tale tendenza è stata confermata, anche se con qualche dissimilitudine, in tutte e quattro le testate giornalistiche esaminate.   

Al fine di verificare ulteriormente tale risultato, e considerata la rilevanza della prima pagina, si è voluto inoltre calcolare con precisione la chiave di lettura degli articoli con richiamo o corpo intero in prima pagina.  In questo altro caso le percentuali sono ancora più eloquenti di quelle illustrate finora. Difatti, per quanto riguarda la Gazzetta del Sud gli articoli in prima pagina hanno fatto registrare nel 98 % dei casi (cioè in 49 articoli su 50) chiave di lettura ‘’critica’’ della sanità regionale; nessun articolo in prima pagina con chiave di lettura neutrale; e solo nel 2 % (cioè 1 solo articolo  su 50) i pezzi in prima pagina hanno offerto una chiave di lettura ‘’a supporto’’ del relativo SSR. Stessa evidente sproporzione nel caso della Repubblica ediz. di Palermo, nella quale ben il 92% degli articoli in prima pagina (che lo ricordiamo si riferisce alla sezione regionale ‘’Palermo’’ essendo Repubblica un giornale a diffusione nazionale) ha rappresentato ‘’criticità’’ della sanità regionale con 74 articoli su 80; e solo nel 3,75% dei casi (ossia in 3 articoli su 80) è stata offerta una chiave di lettura rispettivamente ‘’neutrale’’ e ‘’a supporto’’. Nel Quotidiano della Basilicata la tendenza è confermata, anche se  con le differenze rispetto agli altri quotidiani, già presentate in altri settori: gli articoli in prima pagina sono infatti ‘’critici’’ nel 77,4% (ossia in 48 articoli su 62); ‘’neutrali’’ nel 22,5% dei casi (ossia in 14 articoli su 62) e ‘’a supporto’’ nel 17,7% dei casi (ossia in 11 articoli su 62). Netta predominanza, infine, della rappresentazione critica della sanità fatta dagli articoli presentati in prima pagina anche nella Gazzetta del Mezzogiorno, che ha fatto registrare rispettivamente:  chiave di lettura critica nel 95% degli articoli in prima pagina, (174 articoli su 183), chiave di lettura neutrale nel 3,3% dei casi (con 6 articoli su 183) e chiave di lettura ‘’a supporto’’ nel solo 1,7% dei casi, (ossia 3 articoli dei 183 complessivi in prima pagina).

 

 

                  

                        Grafico n. 7 – chiave lettura articoli prima pagina.

 

Titoli

Anche i risultati dell’analisi sui titoli si sono rivelati molto interessanti. Leggendoli e trascrivendoli nella griglia analitica, si è da subito avuto conferma che il titolo è utilizzato come strumento di coinvolgimento per l’acquisto del giornale e per rendere attraente l’articolo ed enfatizzarne particolari aspetti piuttosto che altri. Si è così proceduto nel determinare con precisione il ricorso di quei vocaboli che fossero riferimento di concetti e terminologie specifiche. E’ stato pertanto calcolato quanti articoli avessero nel titolo vocaboli che richiamassero l’attenzione al concetto di ‘’morte’’, al concetto di ‘’procedimento giudiziario’’, al concetto di ‘’danno’’, alla terminologia di tipo ‘’sensazionalistico’’, alla termologia ‘’militare’’, al concetto di ‘’disavanzo finanziario’’, a quello, infine di ‘’buona sanità’’. 

              E’ risultato che il concetto di ‘’morte’’ , espresso in sostantivi e sinonimi (morte/i, decesso/i, vittima/e, fine, ecc.), aggettivi (morta/o/i, spirata/o/i, deceduto/a/i, ammazzata/o/i, scomparso/a/i, fatale/i, ecc.), verbi (morire, perire, non farcela, perdere la vita, ecc.), o sostantivi, aggettivi, verbi che facessero riferimento alla morte (come delitto, salma, cimitero, autopsia, pelle, killer, ecc. )  compare in media nel titolo nel 6,5% degli articoli complessivi, rispettivamente: nel 15,1 % dei casi  (68/450 articoli) nella Gazzetta del Sud, di cui n. 20 (pari al 29,4 %) con richiamo in prima pagina; nel 1,4 % dei casi  (4/276 articoli) nel Quotidiano della Basilicata, di cui n. 4 (pari al 100 %) con richiamo in prima pagina; nell’0,6 % dei casi  (3/496 articoli) nella Gazzetta del Mezzogiorno, di cui n. 1 (pari al 33,3 %) con richiamo in prima pagina; nel 9.1 % dei casi  (39/496 articoli) nella Repubblica ediz. di Palermo, di cui n. 7 (pari al 18,9%) con richiamo in prima pagina. Di seguito qualche significativo esempio. Da la Gazzetta del Sud:  I familiari vogliono la verità sulla morte del congiunto”; “Petronà. Mi son vista morire mia figlia tra le braccia” ; “Morte sospetta, oggi l’incarico per l’autopsia”. Da la Repubblica ediz. di Palermo: “I medici: “Sta bene, è ubriaco”. Muore di emorragia celebrale”; “Influenza A, seconda vittima in Sicilia”; “Sala operatoria chiusa. Muore dissanguato. Nel paese scoppia la rivolta: lo avete ucciso”. Da il Quotidiano della Basilicata: ““Si può morire per un ascesso?”; “Quella notte con Antonio morto all’ospedale di Lagonegro”; “ Bimbo morto, medici a giudizio”. Dalla Gazzetta del Mezzogiorno: “Bimbo morto a Lecce, due inchieste “L’ha ucciso l’encefalite, non il virus””; “Malasanità a Guagnano. Donna muore per gli effetti della chemio ma non aveva alcun tumore”, ecc. 

 

            Un altro concetto abbastanza ricorrente nei titoli è stato quello di ‘’danno’’, cagionato, in diverse forme, sia dalle istituzioni sanitarie e dai suoi protagonisti ai cittadini e a soggetti portatori di interesse, che da questi al servizio sanitario nazionale o regionale. Si è dunque voluto verificare con precisione quanti articoli avessero nei rispettivi titoli tale concetto, espresso in sostantivi e sinonimi (danno/i, errore/i, sbaglio/i, fallimento/i, inappropriatezza, dissesto, disagio/i) aggettivi (danneggiata/o, guastata/o, compromessa/o, sbagliata/o, errata/o, difettosa/o/i) o in verbi (recare danni, sbagliare, fallire, compromettere, ecc.) o sostantivi, aggettivi e verbi che facessero esplicito riferimento al danno (risarcimento, sfascio, disastro, caos, tilt, disfunzioni, malfunzionamento, mancato utilizzo, ritardo/i, scaduto/i, disservizio, insufficienza, malasanità, guasto, falso/i, truffa/e, peculato, inefficienza, ecc. ). Ebbene,  gli articoli interessati hanno fatto registrare una media percentuale complessiva dell’8,4% così rispettivamente distribuita:  11,5 % dei casi  (52/450 articoli) nella Gazzetta del Sud, di cui n. 4 (pari al 7,8 %) con richiamo in prima pagina; nel 6,8 % dei casi  (19/276 articoli) nel Quotidiano della Basilicata, di cui n. 4 (pari al 21 %) con richiamo in prima pagina; nel 5,2 % dei casi  (26/496 articoli) nella Gazzetta del Mezzogiorno, di cui n. 7 (pari al 26,9 %) con richiamo in prima pagina; nell’10,1 % dei casi  (43/425 articoli) nella Repubblica ediz. di Palermo, di cui n. 9 (pari al 21,9 %) con richiamo in prima pagina. Anche questi sono dati significativi se si tiene conto che sono stati conteggiati solo quegli articoli nel cui titolo vi fosse un esplicito ed inequivocabile riferimento lessicale al concetto di danno. Si noti anche la presenza in prima pagina degli stessi.  Di seguito qualche significativo esempio. Da Gazzetta del Sud: “A Cosenza e Reggio le Asp più dissestate”; “La Regione ridotta ad un incarichificio la sanità calabrese è ormai allo sfascio”.  Da Repubblica ediz. di Palermo: “Sanità danneggiata, chi ha sbagliato paghi””; “Acquisti Asl centralizzati? Grave errore”. Da il Quotidiano della Basilicata: “La dialisi “in questo marciume””; “La sala prelievi rischia il tilt”. Da la Gazzetta del Mezzogiorno: “Un’odissea di viaggi, esami e terapie. Manca lo strumento: l’intervento salta”; “Laboratori chiusi, ospedali affollati. L’odissea per un’analisi del sangue”.

               

Altro risultato interessante è quello conseguito a proposito del numero di articoli con presenza nel titolo di terminologia di tipo sensazionalistico; per capire la misura della tendenza a enfatizzare le notizie provenienti dal settore sanitario o che ne riguardassero qualcuno degli aspetti. Si è così proceduto a calcolare in quanti articoli comparissero nei titoli  vocaboli o espressioni mirate a suscitare una viva impressione, a fare colpo, a coinvolgere emotivamente, attraverso sostantivi e sinonimi (scandalo/i, mistero/i, orrore/i, scomparsa/e/i, emergenza/e, allarme/i, rischio/i, pericolo/i, dramma/i, sospetto/i, tragedia/e, sorpresa/e, giallo/i, ecc..); aggettivi (scandaloso/a/i, degli orrori, d’emergenza, rischiosa/o, pericolosa/o/i, sconvolgente/i, drammatica/o/i, tragico/i, ecc.) o verbi (gridare allo scandalo, fare orrore, correre pericolo/i, correre rischio/i, sparire, scomparire, in cerca di verità, chiedere perdono, ecc. ) o sostantivi, aggettivi o verbi che facessero esplicito riferimento al sensazionalismo (lacrime, sangue, sacrifici, dramma, dolore, sofferenza, calice amaro, dubbi, svenimenti, tensione, ultima chance, segreto, ecc.).  Gli articoli hanno composto una media complessiva di articoli pari al 10,5% con un ricorso in prima pagina medio del 25%, così specificatamente distribuiti:  9.3 % dei casi  (42/450 articoli) nella Gazzetta del Sud, di cui n. 10 (pari al 23.2 %) con richiamo in prima pagina; nel  7.9 % dei casi  (22/276 articoli) nel Quotidiano della Basilicata, di cui n. 8 (pari al 19 %) con richiamo in prima pagina; nell’11.6 % dei casi  (58/496 articoli) nella Gazzetta del Mezzogiorno, di cui n. 20 (pari al 35 %) con richiamo in prima pagina; nel 14 % dei casi  (60/425 articoli) nella Repubblica ediz. di Palermo, di cui n. 13 (pari al 22,4 %) con richiamo in prima pagina. Anche qui, il fatto che il 10% degli articoli abbia utilizzato lessico sensazionalistico nel titolo per trattare invece un campo scientifico, quale quello della sanità e della medicina, che dovrebbero essere descritti con prudenza e senza creare ingiustificati allarmi, è alquanto utile ai fini della ricerca. Di seguito, alcuni significativi esempi. Da la Gazzetta del Mezzogiorno: “Pdl: ora via tutti i manager Asl. Rischia di crollare tutta la sanità”; “Inchiesta protesi d’oro. Uno scenario inquietante”. Da il Quotidiano della Basilicata: “La via crucis per un rene nuovo”; “Si rischia il collasso”. Da la Repubblica ediz. di Palermo: “Tra scandali e delusioni l’addio dei medici star”; “I signori delle preferenze cresciuti nel feudo della sanità”. Da la Gazzetta del Sud: “Sanità, saranno “lacrime e sangue”; Il mistero dei dodici pazienti scomparsi”.

 

            Analogo lavoro di analisi è stato fatto con riferimento alla terminologia ‘’militare’’.  Perché ci è sembrato utile, ai fini della ricerca, calcolare l’utilizzo di termini che rappresentassero la sanità come un luogo di scontro piuttosto che di incontro, con tutto ciò che questo ne possa conseguire a livello percettivo del lettore dei quotidiani.  E’ stato quindi anche in questo caso calcolato in quanti articoli comparissero nel titolo termini di esplicito riferimento militare per raccontare i fatti relativi ad attività di operatori e istituzioni sanitarie, con sostantivi e sinonimi (guerra/e, battaglia/e, attacco/hi, difesa/e, affondo/i, sterminio/i, fronte comune, crociata/e, agguato/i, spari/o, rivolta/e, scontro/i, contrasto/i, ecc.) aggettivi (attaccato/a/i, difesa/e/i, distrutta/i, debellato/i, smantellato/i, ecc) verbi (attaccare, smantellare, combattere, tendere una trappola, ecc.) o sostantivi, aggettivi o verbi che facessero riferimento al lessico bellico, militare, o di lotta (sotto tiro, trappola, task force, disarmo, raffica, stretta finale, linea del piave, bombe, ecc.). Ebbene, i risultati hanno confermato una percentuale media del 6,5% del totale complessivo degli articoli (che ricordiamo si è attestato a 1.647) con un ricorso medio del 19,6% di presenza in prima pagina.

I singoli quotidiani hanno fatto registrare tali rispettivi dati:   6 % dei casi  (27/450 articoli) nella Gazzetta del Sud, di cui n. 2 (pari al 7.6 %) con richiamo in prima pagina; nel  5.2  % dei casi  (15/276 articoli) nel Quotidiano della Basilicata, di cui n. 1 (pari al 9 %) con richiamo in prima pagina; nell’5,4 % dei casi  (27/496 articoli) nella Gazzetta del Mezzogiorno, di cui n. 12 (pari al 44.4 %) con richiamo in prima pagina; nel 9,6 % dei casi  (41/425 articoli) nella Repubblica ediz. di Palermo, di cui n. 7 (pari al 17.5 %) con richiamo in prima pagina. Dati significativi, di cui di seguito se ne riporta qualche esempio. Da la Gazzetta del Mezzogiorno: “La guerra dei laboratori d’analisi “Chiederemo i danni alla Regione””; Scatta la rivolta degli infermieri”; “Battaglia sui deficit Asl e sui rimborsi ai laboratori”. Da il Quotidiano della Basilicata: “La “guerra” delle radioterapie”; “Quel dialogo sul complotto”; “E’ bagarre sanità”. Da la Repubblica edizi. di Palermo: “Udc e Pdl, sfida finale a Russo. “Con lui non tratteremo più””; “Scontro sul 118 degli sprechi”. Da la Gazzetta del Sud: “Medici precari alla terza crociata. Sara L’ultima?”; “La sanità “linea del Piave” per Loiero”;  Sparano al direttore sanitario dello Jazzolino”, ecc.

 

            Vista, inoltre, la rilevanza, soprattutto per alcune delle regioni esaminate ma in generale per tutte, di contenere la spesa sanitaria e ripianare laddove vi fossero i deficit finanziari del settore, è stato calcolato altresì quanti in totale fossero gli articoli con titoli con presenza di riferimenti espliciti al concetto del ‘’disavanzo finanziario’’,  espresso in sostantivi e sinonimi (disavanzo/i, deficit, dissesto/i, debito/i, buco/hi, ecc.) aggettivi (dissestato/a, indebitata/o, in deficit, ecc.) verbi (coprire il debito, risanare i conti) o in sostantivi, aggettivi, verbi ed espressioni che  vi fanno chiaro riferimento (piano di rientro, tagli, eccesso di spesa, conti in rosso, carenza fondi, sprechi, commissariamento governativo, squilibri di bilancio, reintroduzione ticket – come misura di contenimento della eccessiva spesa sanitaria –  ecc.). I documenti interessati rappresentano il 7,3% medio complessivo del totale degli articoli, con un richiamo medio in prima pagina del 17%. Ad abbassare tale media, la assenza totale di relativi articoli del Quotidiano della Basilicata in quanto la stessa non presentava nel 2009 deficit nel settore finanziario, anche se diversi sono stati gli articoli con titoli riguardanti comunque la questione del fondo sanitario regionale.  Questi i risultati specifici ed esatti: 17,3 % dei casi  (78/450 articoli) nella Gazzetta del Sud, di cui n. 1 (pari al 1,2 %) con richiamo in prima pagina; nessun caso come detto nel Quotidiano della Basilicata; nel 4,4 % dei casi  (22/496 articoli) nella Gazzetta del Mezzogiorno, di cui n. 8 (pari al 36,3 %) con richiamo in prima pagina; nel 7,7 % dei casi  (33/425 articoli) nella Repubblica ediz. di Palermo, di cui n. 10 (pari al 30,3 %) con richiamo in prima pagina. Dati significativi, di cui di seguito se ne riporta qualche esempio. Da la Gazzetta del Mezzogiorno: “Sanità, in Puglia bufera sul deficit. Buco di 500 milioni è un crac finanziario”; “Sanità, un macigno per i conti pubblici”; “Due mila e seicento milioni di debiti, così sprofondano gli ospedali pugliesi”. Da la Repubblica ediz. di Palermo:  “La malattia è lo spreco”; “Quegli inutili maxi-ospedali che hanno svuotato le casse”. Da Gazzetta del Sud: “Corte dei conti. Oggi una mega udienza. Sott’accusa gli sprechi nella spesa sanitaria”; “Deficit della sanità. Il piano di rientro potrebbe rivelarsi un calice amarissimo”; “I conti della sanità, Loiero sollecita un fronte comune per il risanamento”, ecc.

 

            In generale i risultati sono significativi ma non automaticamente sommabili in quanto lo stesso titolo poteva presentare vocaboli riferiti a concetti diversi. Ragion per cui, per avere un dato cumulativo e complessivo, si è proceduto a calcolare tutti i titoli interessati dalle analisi di cui sopra, quindi tutti gli articoli aventi riferimenti nei titoli a concetto di morte, di procedimento giudiziario, di danno, di terminologia sensazionalistica e militare, di disavanzo finanziario. Ebbene, il risultato è alquanto eloquente, e si riporta per singole voci: per la Gazzetta del Sud n. 286 su 450 (pari al 63,5 %) del totale degli articoli; per il  Quotidiano della Basilicata n. 79 su 276 (pari al 28,6 %) del totale degli articoli; per La Gazzetta del Mezzogiorno n. 244 /496 (pari al 49,1 %) del totale degli articoli; per La Repubblica edizione di Palermo n. 225 / 425 (pari al 52,9%) del totale degli articoli. Siamo quindi intorno al 50% per ReP e GdM e addirittura oltre il 63% per la Gazzetta del Sud. Si distingue il Quotidiano della Basilicata la cui somma di tali articoli non raggiunge il 30%.

 

 

                        

                          Grafico n. 8 – articoli con i vari concetti nel titolo

 

Infine, per poter attuare un confronto con la tendenza opposta dei giornali, ossia quella di dare risalto ed enfasi alle buone notizie derivanti dal mondo sanitario, si è proceduto nel calcolare quanti articoli avessero nei rispettivi titoli vocaboli ed espressioni riferite al concetto di ‘’buona sanità’’, espressa con i sostantivi (vita/e, cura/e, guarigione/i, progresso/i, efficienza, competenza, prevenzione, ecc.)  gli aggettivi (curato/a, guarito/a, salvato/a, sanato/a, efficiente, ecc.) verbi (curare, guarire, prevenire, salvare, progredire, migliorare, potenziare, scongiurare, ecc.)  o in sostantivi, aggettivi verbi ed espressioni di chiaro riferimento a pratiche di buona sanità (strappato alla morte, miracolo/i, successo/i, intervento/i ben riuscito/i, soddisfazione, inaugurazione, realizzazione, plauso, accordo, ringraziamento/i, intesa, eccellenza, innovazione, ecc.). Ebbene, anche questi dati possono servire a confermare l’ipotesi iniziale della ricerca, in quanto il totale medio complessivo di tutti gli articoli contenenti nel titolo espliciti riferimenti al concetto di ‘’buona sanità’’, si attesta al 7,5% . Si è preferito infatti fare un solo ambito concettuale perché se si fosse fatto lo stesso lavoro di sopra, le singole percentuali sarebbero risultate irrilevanti. Di seguito, i rispettivi dati: per la Gazzetta del Sud n. 31 articoli (pari al 6,8 %) del totale, di cui n. 0 in prima pagina; per Il Quotidiano della Basilicata: n. 27 articoli (pari al 9,7 %) del totale, di cui n. 4 (pari al 14,8 %) con richiamo in prima pagina;  per La Gazzetta del Mezzogiorno: n. 27 articoli (pari al 5,4 %) del totale, di cui n. 4 (pari al 14,8 %) con richiamo  in prima pagina; per  La Repubblica ediz. di Palermo n. 36 (pari al 8,4 %) del totale, di cui n. 4 (pari all’11, 1%) con richiamo in prima pagina. Di seguito qualche significativo esempio. Dalla Gazzetta del Mezzogiorno: “Lotta ai tumori al seno, è la prevenzione la chiave del successo”;Nasce in Puglia il robot stana tumori ai polmoni”; “Lavoro, sanità e scuola, legge per gli immigrati”. Da il Quotidiano della Basilicata: “Ringraziamento al dottor Severini del San Carlo”; Dalla malattia alla scelta di vita”;Cura della dislessia. Basilicata regione capofila del progetto”. Da la Repubblica ediz. di Palermo: “Sanità, c’è l’ok di Roma. Evitato il commissariamento”; “ Terapia intensiva neonatale alla Ginecologia del Civico”; “Benvenuti nell’ospedale.it”. Da la Gazzetta del Sud: “ L’Anaste: positivo l’approccio con Loiero”; “ Primo soccorso, l’Asp dona tre defibrillatori offerti dal Rotary”; “Ospedale, inaugurati lungodegenza e il day service per l’osteoporosi”, ecc. I dati sono illustrati chiaramente nel grafico che segue:

 

Risultati qualitativi.

Come si diceva la rappresentazione giornalistica del rapporto legalità e sanità è stata analizzata anche in termini qualitativi.

 

Servizio Sanitario Regionale della Basilicata.  Sono stati riportati i fatti e gli accadimenti maggiormente trattati dal Quotidiano della Basilicata nelle edizioni dell’anno 2009 riferiti al Servizio Sanitario della Regione Basilicata. Ne è risultata una sanità dinamica, piena di positività ed eccellenze, ma assai più spesso una sanità inquinata da logiche affaristiche e illegali, da numerose truffe, casi di corruzione e clientelismi, sostanzialmente bocciata dalle ricerche sociali e statistiche nazionali come quella del Censis e del Rapporto Osservasalute; innervata da un intreccio di convenienze illecite tra operatori sanitari, del mercato, dell’imprenditoria e della politica, che sembra aver giocato un ruolo importante, anche se meno pervasivo che nelle altre regioni esaminate. La rappresentazione che è stata proposta, infatti, pur avendo cercato di dare giusta espressione a un settore non manchevole di realtà positive ed eccellenti, con un contenuto numero di casi di malasanità che nelle altre regioni esaminate e, in alcuni campi, livelli di prestazioni e primati organizzativi degni di rilievo e di considerazione,  ha rivelato interessi deviati e affaristici di tipo imprenditoriale, più che politico clientelare, da parte di aziende e singoli individui, sul sistema degli appalti e delle forniture di beni e servizi alla sanità, sugli interessi privati fatti prevalere su quelli pubblici, a danno di questi ultimi, come nel caso dei pazienti in attesa di trapianto di rene dirottati nelle cliniche di dialisi private.  L’ingerenza della politica, riconosciuta da più parti come fonte di disfunzioni del servizio sanitario, si è palesata soprattutto nel campo delle nomine clientelari dei dirigenti sanitari e in merito alle questioni di difesa degli interessi territoriali e particolaristici, come emerso dalla vicenda dell’Istituto oncologico Crob di Rionero in Vulture.

 

Servizio Sanitario Regionale della Calabria. La trattazione giornalistica del SSR calabrese, effettuata da La Gazzetta del Sud, è risultata essere notevolmente sbilanciata a favore di una trattazione critica dello stesso. Ciò appare senza dubbio frutto delle difficoltà oggettive e strutturali dello stesso che generano casi di malfunzionamento e illegalità ma appare altresì e, più verosimilmente, la coerenza alla tendenza ipotizzata, secondo cui fenomeni di manipolazione delle norme, errori sanitari, proteste, scandali e processi giudiziari tendano a fare più notizia di meriti e successi professionali e amministrativi del sistema sanitario regionale.  Nello specifico, il personale è stato trattato più che altro in merito ai ritardi nei pagamenti, alla precarietà dei contratti di lavoro, all’esercizio abusivo della professione medica, dentistica e infermieristica, alla carenza di organico, agli abusi di potere ed alle ingiustizie professionali. Gli stessi dirigenti sono stati spesso citati in caso di responsabilità legali e fatti negativi, piuttosto che altro, e dell’assistenza sanitaria si è parlato principalmente in riferimento all’inadeguato rapporto medici del territorio e pazienti, elenchi non aggiornati delle mutue, inefficienze ed illegalità nei certificati medici e d’invalidità.  Delle strutture, pubbliche o private accreditate, se ne è parlato soprattutto in riferimento alle proteste contro il loro ridimensionamento o la chiusura, per situazioni di degrado e fatiscenze, disservizi, sprechi e casi di malasanità. Pur riconoscendo spesso la esistenza di una sanità normale e funzionante e dell’onestà e professionalità della maggioranza degli operatori sanitari, le rappresentazioni sociali fornite hanno enfatizzato la cosiddetta  ‘metodologia del disservizio’ sanitario calabrese

 

Servizio Sanitario Regionale della Puglia. Come si è potuto appurare, la Gazzetta del Mezzogiorno ha descritto una sanità fortemente compromessa da fenomeni di illegalità e irregolarità deontologiche, vittima di  appetiti affaristici e illegali, ‘terra di frontiera’ per la politica. Il settore è stato più che altro raccontato attraverso la cronaca delle vicende giudiziarie che lo hanno caratterizzato prevalentemente negli anni precedenti all’anno della ricerca, i cui risvolti sono proseguiti fino ad oggi.  Anche dal punto di vista dell’efficienza,  la narrazione è stata prevalentemente critica.  Pur avendo riportato infatti pochi casi di malasanità, (fatto dovuto più che altro all’ampio spazio riservato alle inchieste giudiziarie) molti sono stati i casi riportati di disservizi e sprechi, disagi e criticità, in particolare:  il numero troppo alto dei parti cesarei in regione; la scarsità e i ritardi dei controlli oncologici al seno e degli esami diagnostici in genere; la scarsa assistenza pubblica ai malati di sclerosi laterale amiotrofica; il numero insufficiente di centri iperbarici e l’impossibilità di effettuare ossigenoterapia; la fatiscenza e lo stato di abbandono di alcune strutture sanitarie e amministrative; la chiusura di alcuni servizi; politiche sanitarie penitenziarie inefficienti; le gravi carenze di organico personale, sia degli operatori del 118 che in particolar modo degli infermieri di cui si è denunciata la mancanza di sei mila unità;  i disagi legati alla gestione del personale; l’inappropriatezza di diagnosi e cure; il sovraffollamento di alcuni presidi sanitari, eccetera.

 

Servizio Sanitario Regionale della Sicilia. Dalla rappresentazione offerta dalla stampa analizzata il SSR siciliano è apparso un sistema inefficiente, fortemente pervaso da logiche clientelari, affaristiche e criminali, in cui truffe, fenomeni di corruzione, neo-patrimonialismo, reati di peculato, abusi d’ufficio, trasgressioni alle norme deontologiche e legali sono all’ordine dell’ordine del giorno e soffocano il funzionamento del sistema, creando sperperi di denaro pubblico e ingiustizie sociali. Ciò è confermato non solo dalla sproporzione dei casi trattati riguardanti gli aspetti critici della sanità rispetto a quelli riguardanti gli aspetti positivi, quanto per la tendenza a raccontare nei minimi dettagli, linguaggio retorico e sensazionalistico i fatti accaduti, non disdegnando il frequente ricorso a dichiarazioni provocatorie da parte dei giornalisti e dei protagonisti politici e civili della società regionale e nazionale.  

 

 

Conclusioni

In conclusione, le teorie studiate e l’analisi sia quantitativa che qualitativa dei documenti raccolti ha dato la possibilità di confermare l’ipotesi di ricerca iniziale, pur nella diversità degli strumenti e dei campioni di ricerca utilizzati e nella non sempre esatta corrispondenza comparata dei risultati. 

Da tale lavoro di ricerca è emerso dunque come i quotidiani locali, nel trattare la sanità nelle regioni del Mezzogiorno,  finiscano con il privilegiare l’enfasi e la denuncia e trascurino la complessità dei fatti soprattutto in riferimento ai meccanismi di costruzione sociale della legalità. Si è avuta conferma di come il processo di newsmaking (ossia di selezione degli eventi degni di diventare notizia) comporti di fatto una ri-costruzione degli accaduti, che presenta le caratteristiche artificiose della sintesi, della parzialità, della semplificazione eccessiva e predilige in particolar modo gli eventi insoliti, eccezionali, straordinari. Così facendo, però, i quotidiani enfatizzano la rarità e minimizzano l’abbondanza degli eventi aventi carattere di normalità e causano un capovolgimento concettuale rispetto alla sequenza della vita quotidiana al punto che la devianza viene percepita come normalità, e viceversa. Essi prediligono altresì i fatti drammatici ed allarmanti, riguardanti fatti di cronaca nera, sventure, tragedie, arresti, delitti e fatti di sangue e li rappresentano  con lessico spesso sensazionalistico ed enfatico, retorico e carico di stereotipi e riferimenti al passato. Un linguaggio ed un modo di confezionare le notizie teso spesso a fare spettacolo, a provocare, non di rado a criminalizzare istituzioni e protagonisti e quindi teso a coinvolgere il lettore più che ad informarlo correttamente.  Gli eventi,  di conseguenza, vengono rappresentati in maniera spesso frammentata e scollegata tra loro, il che può indurre il lettore a considerare la realtà come un presente eterno, dilatato e confuso. Tali modi di rappresentare la realtà, suggellati da neologismi inglesi quali ‘infontainment’ e ‘docudrama’ si adattano facilmente al settore sanitario che, oltre a gestire molto danaro pubblico, ruota attorno alla sofferenza umana e nello stesso tempo contrastano con l’esigenza di rappresentare appropriatamente un settore molto dinamico, complesso e delicato. Tali distorsioni rappresentative sembrano derivare, più che altro, dalla necessità dei quotidiani di incontrare il favore del pubblico e riuscire così ad affermarsi sul mercato dei prodotti d’informazione, in competizione con radio, televisione ed internet. L’attenzione delle testate giornalistiche prese in esame si è concentrata, difatti, più che altro, nel rappresentare e dare rilevanza mediatica ad indagini giudiziarie, pratiche di illegalità, errori sanitari, disservizi, degradi delle strutture, truffe, corruzione, sprechi, disagi dei pazienti e degli operatori sanitari, che non di rado si riferivano a fatti accaduti anche nel lontano passato. In un caso de la Gazzetta del Sud, l’articolo si riferiva, addirittura, ad una sentenza di un episodio di malasanità avvenuto in Calabria sedici anni prima. Non a caso l’ambito analitico più nutrito si è rivelato quello ‘Malasanità e cittadini’ e le sezioni analitiche che hanno raccolto più articoli sono state quella ‘’denunce/petizioni’’ e quella ‘’indagini giudiziarie’’, che ha rappresentato in media quasi la metà del totale complessivo degli articoli dell’ambito. Di contro, i rimanenti ambiti analitici hanno fatto registrare una percentuale molto bassa di articoli raccolti, testimoniando come gli aspetti inerenti il funzionamento dei Servizi Sanitari regionali analizzati venga trattato soprattutto in termini di denunce sociali e politiche o inchieste giudiziarie. La descrizione dei meccanismi di normale e positivo funzionamento dell’organizzazione sanitaria ha avuto di conseguenza poco spazio, meno enfasi ed una trattazione meno specifica ed articolata, senza ad esempio il ricorso ad interviste, testimonianze, o episodi del passato, come invece accaduto di frequente nei casi critici e negativi e soprattutto senza che i primi divenissero temi giornalistici, come invece spesso è accaduto nei confronti di questi ultimi.

In questo senso, dunque, la stampa quotidiana analizzata non è sembrata procedere nel sostegno di quei meccanismi positivi e propositivi che invece esistono all’interno dei sistemi sanitari del Mezzogiorno e tendono a garantire risultati normali in contesti interessati da fenomeni di corruzione nella pubblica amministrazione e comportamenti illegali in genere. Una tendenza verificata in tutti e quattro i giornali analizzati, con una differenza  del Quotidiano della Basilicata, che ha fornito rappresentazioni generalmente più obiettive e meno enfatiche.

 

 

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[1] Con l’espressione ‘’stampa quotidiana’’ si intende <<la stampa costituita dai giornali, nel senso proprio di questa parola>>. (Treccani.it, L’enciclopedia italiana, www.treccani.it/vocabolario/stampa). Il temine generico ‘stampa’ è invece in questo testo utilizzato o per indicare <<l’insieme di quanto viene pubblicato con particolare riferimento a quotidiani, a  settimanali, riviste, ecc. e agli orientamenti che si propongono di determinare nell’opinione pubblica>>. (Devoto G., Oli, G.C., Nuovo vocabolario illustrato della lingua italiana , voce ‘stampa’, Le Monnier, Firenze, 1987); o per indicare “ con valore collettivo, gli autori degli articoli, i giornalisti” (ibidem). 

[2] Nel caso de La Repubblica edizione di Palermo, la prima pagina è stata considerata quella della sezione regionale ‘’Palermo’’, interna al giornale e specifica alla Sicilia, considerato che La Repubblica sia un quotidiano diffuso a livello nazionale, non regionale come gli altri quotidiani presi in esame.

 

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